è una mia mania, quella di trovare parole che possano esprimere ciò che sento.
una mania che inseguo in maniera ossessiva, per cui soffro molto e per cui mi arrovello ore intere.
perchè io devo trovare un termine, una forma ed un colore per ogni mio sentimento, ho un bisogno impellente di tradurre tutto, di cristallizzare tutto in forme visibili, concrete, pensabili, immaginabili.
forse è anche per questo che tendo a dissociarmi.
ogni sogno deve avere delle parole che lo esprimano. e così ogni pensiero, ogni pulsione. sarà per questo che sono così spaventata e disarmata di fronte ad un dolore che non ha parola nè forma nè nome. per questo tento maniacalmente di chiuderlo in una scatola e metterci un'etichetta, di sistemarlo sullo scaffale di un immaginario archivio mentale e dire: - è lì, io lo so nominare e quindi lo so controllare-
è una fissazione, la mia, che ha radici antiche.
gli antichi erano ossessionati dai nomi delle cose. gli ebrei credevano che, conoscendo il nome di qualcosa, si potesse controllarla, possederla. per questo rifiutavano di nominare Dio.
secondo altri, ogni persona ha un secondo nome, un nome che non è quello che ci è stato dato dai nostri genitori. scoprendolo, è possibile avere il pieno controllo sulla persona.
questo perchè il nome DEFINISCE, IMPRIGIONA, OSTACOLA ma DA ANCHE VITA alla cosa nominata.
gli etruschi la pensavano diversamente, in realtà: credevano che scrivere il nome di qualcosa decretasse la sua morte; ma anche per loro la definizione ed il nome erano fondamentali. così come, anche se in un modo diverso, per i latini ed i medievali, che scrivevano lunghi bestiari, erbari, lapidari, tentando di schedare, catalogare, conoscere e controllare tutta la creazione. raccontavano dell'unicorno e della pantera, e mentre ne raccontavano il primo era tanto reale quanto la seconda, perchè in realtà ognuno di essi non era altro che la concretizzazione di un sentimento, di una paura di un sogno.
una parola, un grappolo di lettere, un nido di suoni, ecco quello che io cerco per ogni cosa.
Ed oggi io sento il bisogno di trovare un nuovo nome, di definire qualcosa che per troppo tempo non ha avuto un nome preciso nella mia mente, e adesso si ritrova ad averne molti, forse troppi.
quella cosa è l'altra me. è quella vocina maligna, dolce-amara, autoritaria e violenta o dolce e sensuale, che molte di voi chiamano Ana. Ma è più di Ana.
è anche di più di "anoressia nervosa", di più di "autolesionismo", di più di qualunque concetto definibile che io abbia trovato finora.
oggi mi sono messa a pensare a che nome potesse mai avere questo baratro oscuro. qualunque termine sarebbe stato troppo riduttivo in confronto all'enormità del concetto.
poi mi sono venuti in mente i bestiari medievali.
e mi son detta: - perchè devo tentare di illustrare con un parolone che non esiste un concetto che è troppo grande e terribile, che mi fa troppa paura?- e, allora, ho fatto il contrario. l'ho rimpicciolito. quasi ridicolizzato.
penso che riderete, sapendo come io ho etichettato(scusate, ma quella delle etichette è proprio la mia ossessione) la parte più oscura di me: da oggi, il suo nome è LA PULCE.
sì, Ana è una pulce. Leda è una pulce.
le pulci sono esserini talmente piccoli che fanno da ridere se li guardi. così totalmente insignificanti, in apparenza.
sono esserini viscidi, schifosi e neri, che ti aggrediscono e ti tormentano in continuazione, senza andarsene mai più. non ti lasciano un attimo di tregua, ma continuano a rodere il sistema nervoso, sempre di più, sempre di più, e una cosa piccola diventa grande, il rossore di un morso si allarga a tutta la gamba, ogni fibra del sistema nervoso a quel punto è andata, sei sfinito, distrutto da quella piccola pulce.
le pulci abitano il buio della notte e delle fogne, evocano polverose cantine, spazi di squallore e di solitudine, spazi di sporcizia ed abbandono. sono disgustose, piccole piccole ma disgustose. terrificanti.
ma fosse solo questo.
le pulci sono piccole ma danno la morte.
un minuscolo esserino nero è riuscito da solo a dimezzare la popolazione d'Europa. un suo morso ha ucciso tutti. sto parlando di secoli fa, certo, ma è indubbio che fu così.
La mia parte oscura è questo, è qualcosa che a tratti mi sembra piccolo, eppure è un tumore in metastasi, che si conquista il suo spazio e mi rosicchia tutta la mente, che punge e punge come una pulce fastidiosa, ma piano piano cominci a sentirti male e capisci che non è solo una pulce fastidiosa, ma è una pulce che uccide.
un esserino insignificante che uccide.
tu gratti, gratti e ti fai del male da solo, quel dolore è entrato senza che tu lo volessi, ma per rimediare lo ingigantisci.
ecco l'etichetta che ho trovato.
è molto riduttiva, me ne rendo conto, ma mi piace. faccio sempre fatica, quando scrivo, a parlare del mio "male di vivere", mi faccio scrupolo a chiamarlo anoressia.
così lo chiamerò pulce, sperando che un giorno riuscirò a prenderla fra le mani, schiacciarla tra due dita e non pensarci mai più.
venerdì 23 ottobre 2009
la pulce
Pubblicato da Leda alle 12:20
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5 commenti:
che bello questo post, scrivi benissimo *-*
e mi piace anche il paragone, è azzeccatissimo!
mi spiace se stai cosi, spero che molto presto troverai la tua pulce e veramente la schiaccerai per sempre =)
1 bacio!
ciao pikkola grazie mille x sostenermi sempre!!!
cmq...negli ultimi tempi ho xso sl 2 kili...davvero poki....xro mi va abbastanza bn xk devo ammettere k mi concedo praticamente tutto...quindi nn mi posso lamentare....
x quanto riguarda al mio cuore...li sn sempre + triste...ma cerco d pensarci il meno possibile xk se no ne soffrirei ankora di piu....e sto gia' male cosi'....
Ciao dolcissima Leda, sono Anna! Mi spiace ma io non ho un blog in cui mi puoi contattare, però sono contenta che le mie parole ti abbiano aiutata, davvero tanto! Io non ho avuto un disturbo alimentare, ma un disturbo d'ansia e di attacchi di panico, e sai come lo chiamavo io? TUNNEL!!!! Sono disturbi diversissimi, non voglio assolutamente metterli a paragone, eh? Ma anch'io ho passato un periodo di fortissimo disagio, anche il mio disagio aveva un nome, e annch'io avevo bisogno di dargli però una connotazione personale. Mamma mia, che anno buio che ho passato, e non ne sono ancora del tutto uscita, ma la luce alla fine del tunnel è sempre più vicina, sento già il calore del sole ed è bellissimo... se non ti dispiace continuerò a scriverti quando mi sembrerà di poter dire qualcosa che possa farti bene. Intanto voglio farti un regalo, una bella fialetta di antipulci da metterti tra le scapole! Un abbraccio, Anna
Se nel tuo profilo non ci fosse l'eta', avrei pensato che a scrivere fosse un'adulta.
Tutta la sofferenza che ti pervade ti ha dato una maturita' fin troppo grande per l'eta' che hai.
Direi che il nome che hai dato al tuo lato oscuro e' pienamente azzeccato.
Io non so come battezzare l'altra me: una volta era quella che riempiva e svuotava, ma da un anno l'ho messa a tacere.
Non contenta di questa cosa, e' riapparsa sotto mentite spoglie, e non fa' che ripetermi che solo esageratamente magra potro' preservarmi da ogni dolore.
Mi ha costruito una gabbia dorata intorno: per riuscire ad evadere la devo eliminare, ma siccome e' dentro di me, come faccio a uccidere lei senza togliere di mezzo anche me stessa, l'originale?
E' un'interrogativo che mi sto ponendo tra me e me, non a te, non sei tenuta a rispondere.
Complimenti per come scrivi.
Tesoro, non avrei saputo dire niente di meglio, sei bravissima a scrivere...davvero...
Senza parole..:)
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