giovedì 8 luglio 2010

c'è una ragazza nuova

in comunità è arrivata una ragazza nuova. magrissima, da fare impressione. ovviamente, non mangia nulla. uno joghurt a pranzo e uno a cena. ci guardava dal capo estremo del tavolo con due occhi indagatori mentre mangiavamo. mi si stringe lo stomaco a pensare che una volta anche io ero così.
per la prima volta da tanto tempo devo confrontarmi con una magrezza del genere. per la prima volta, non riesco a trovarla bella. mi ispira solo un'istintiva paura.

parla tanto, ma solo di cibo. seguita a ripetere che pesa 38 chili e che è
malata da 5 anni. e poi che vorrebbe mangiare ma non riesce. e poi centinaia di altre parole simili. cibo, dimagrire, peso. ancora e ancora.
E non ho mai visto degli occhi vuoti in quel modo. di sguardi disperati ne ho visti tanti, mal suo non è disperato. non è triste. ha gli occhi di una bambola. sembrano una cortina che sta lì sola e fragile a coprire il niente.

mi hanno spostata di camera e mi hanno messa da sola con lei. da un
lato questo mi rende orgogliosa, perchè le nuove vengono messe solo
con chi si è dimostrato avanti nel percorso, o per lo meno capace di reggere al peso dei primi giorni...però così facendo mi
hanno tolto da due mie amiche carissime, una delle quali è in camera con me da sempre, dal primo giorno...ci siamo viste entrambe cambiare e siamo diventate come sorelle...la
sera, chiaccheravamo, ci facevamo i "grattini", scherzavamo e discutevamo
fino a tardi...
e ora...ora sono stata messa in compagnia di questa ragazza così simile alla me di prima, altrettanto lontana, anni luce, dal mondo.

mi mette un po' a disagio. non ci crede che sono ancora lievemente sottopeso.
ieri sera mi continuava insistentemente a chiedere qual'è stato il mio peso minimo.
io le ripetevo che queste cose non sono importanti, che ciò che conta di più che
io sia qui, che lei sia qui. come persone e non come patologie. alla fine ho ceduto e le ho detto il mio peso minimo: 40 e lei ha risposto
che in effetti non era un peso basso. che desolazione ho sentito, alora. come se
davanti a lei non avessi più il diritto di dire: Ho sofferto. come se non fossi mai
stata "abbastanza anoressica".
credevo di averle messe via, certe cose. ma ho paura che con lei ritornino.
io la capisco e la voglio aiutare. ma l'istinto mi dice di tenerla lontana.

mangio, lavoro, rido e passo oltre. ma ci sono i suoi occhi illusori dall'altra parte del tavolo. i suoi occhi, antico ingannatore sortilegio.

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