venerdì 11 settembre 2009

sogno

oggi sono andata in farmacia a chiedere se avevano qualcosa al chitosano...
l'infermiera mi ha squadrata:-mi auguro che sia per lei...perchè non ci sarebbe proprio ragione...-.
come, non c'è ragione? se vedesse come voglio diventare, ci resterebbe.
tutti, credo, ci resterebbero.
in effetti, se fossi come vorrei essere, sarei veramente orribile. un mucchio d'ossa. così fragile da potermi rompere con una pacca sulla spalla. e allora, direi: qualcuno mi picchi, che me lo merito!
e se nessuno lo facesse, lo farei io.
scheltrica, minuscola, brutta, piena piena di ferite....ecco come vorrei essere...
allora sarei finalmente punita di tutto...e potrei rialzarmi, anche se un po' dolorante, ed essere piccola e misera e solo degna di amore...e non avrei più colpa di niente...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Leda
tu scrivi
quello che la gente non dice.

Quello che non ha in coraggio di dire, ma che ovviamente pensa.

Veggie ha detto...

Lo so come ti senti, perchè c'è stato un periodo in cui mi sono sentita così anch'io... Ho scelto l’anoressia perché mi sembrava l’unica via percorribile. Continuare a cercare di essere quella che gli altri avrebbero voluto che fossi senza riuscirci mi faceva sentire in colpa. E allora ecco che ho trovato il modo per passarci sopra. Ho trovato il modo. Ho cercato di diventare invisibile. Così nessuno avrebbe più potuto dire che gli facevo pesare qualcosa. Io, che ho sempre cercato di non (far) pesare niente… Così nessuno avrebbe avuto più niente da ridire, nessun senso di colpa mi sarebbe piovuto addosso da qualsiasi direzione. Nello stato di deperimento in cui mi sono trovata ho sfidato la gente, il freddo, il caldo, la stanchezza e la fame. Per dimostrare la mia volontà di vivere malgrado tutto, io non ho vissuto. Ho mimato la vita come un’attrice interpreta una parte. Ogni volta che restringevo mi sentivo euforica, mi sembrava di aver trovato il modo di rinascere ogni volta che lo volevo. Mi sentivo libera dalle angosce e dai sensi di colpa miei e altrui, mi sentivo padrona del mio corpo e della mia mente, un’onnipotenza che racchiudeva l’essenza del mio ligio controllo. Mi sentivo posta al riparo da qualsiasi contrarietà, da qualsiasi dolore e responsabilità reale, un meccanismo che mi proteggeva da qualsiasi possibilità di cambiamento. Mi ero costruita un corpo fragile per proteggermi dalle richieste degli altri anche se, per abitudine, continuavo ad anticiparle.
Ed è quello che, credo, stia facendo e provando anche tu... Hai probabilmente dimenticato i tuoi bisogni, ma forse non li hai mai conosciuti, non ti hanno insegnato che anche tu puoi averne. So che il bisogno di ferirti deriva dalla necessità di non avere un corpo "normale". Si fa di tutto per non avere un corpo normale perché si sente il bisogno di proteggerci a tutti i costi dal pericolo che un corpo normale rappresenta. Lo sai cos'è tutto qusto? È la negazione di una realtà che non si percepisce. Perché non si riesce neanche a immaginare cosa potrebbe succedere se iniziassimo a farlo.
La sofferenza è reale anche se abilmente celata dietro una maschera di compiacenza, quel che io definisco “a fake behind a smile”, e nel momento in cui non guardi più il mondo da un piedistallo, sentire la vita fa male. E si teme di non essere forte abbastanza per sopportare questo dolore.
Lo so che vorrei essere tu l'orribile, la pazza. Lo desideri con tutta te stessa. Perché ti sembra questo ti giustificherebbe. È così che succede, no?! Se uno è orribile e matto dici “poverino!” e qualsiasi cosa faccia è giustificato e compreso, addirittura protetto… e chi non desidererebbe tutto questo? Chi non vorrebbe essere giustificato, compreso, protetto?
Io credo che tu abbia bisogno di qualcosa che nessuno è riuscito a darti perché tu per prima non sei riuscita a chiedere… Ma adesso è arrivato il momento di farlo. Di riprenderti la dua vita millimetro per millimetro. Perchè ne vale la pena.

Marie ha detto...

Grazie, grazie mille del commento, è stato bellissimo leggerlo. Mi dispiace aver risposto ORA ma ho passato un pò di giorni lontana da qui, chiusa in me stessa.
Anche io vorrei dare a te qualcosa, quella forza che riservo solo per aiutare gli altri, quella forza che mi nasce da dentro quando vedo che ci sono persone che soffrono, come me o in modo simile.
Io posso capire quella foto, io ho tante di quelle cicatrici che a volte vorrei far sparire ma che purtoppo saranno lì per sempre e a ricordare che fa male ma che tutte e dico TUTTE le ferite si rimarginano e rimangono solo segni, segni di un passato che HA FATTO male ma che si può sempre guarire, qualsiasi ferita tu abbia la puoi guarire...Puoi vederlo anche su te stessa, lo puoi vedere e SENTIRE...non avere paura..io ci sto provando, pure tu meriti di vivere, non solo chi sa scrivere bene merita di vivere, TUTTI, TU...
Noi meritiamo di vivere, noi così sensibili meritiamo di vivere quanto lo meritano gli altri, solo che gli altri se lo concedono noi no. Conceditelo, questa vita è UNA sola..una e preziosa...io lo sto capendo solo adesso..
Un Bacio**

Anonimo ha detto...

E' la prima volta che passo dal tuo blog. il mio blog è nuovo ma sono mesi che leggo i post di voi tutte.Mi colpisce vedere quella foto,lì sulla destra..anche io ero autolesionista e mi tagliavo i polsi e le braccia..e mi piaceva così tanto mettermi le garze e le fasciature,anche se nascoste dagli altri (oppure visibili,d'estate) mi facevano sentire così piccola e indifesa. Così "potenzialmente coccolabile",ma cmq non coccolata. non mi tagliavo per qst,ma per vari sensi di colpa che però preferisco non spiegare in questo commento :-P seguirò spessissimo il tuo blog,promesso