mercoledì 30 settembre 2009

passaggi


domenica ho fatto il passaggio da un gruppo scout all'altro...

ho lasciato tutto: i miei amici, la mia squadriglia, la mia caporeparto che era per me come una mamma...ho lasciato tutti loro, me li sono gettati alle spalle e sono caduti nel mare dei ricordi e del passato, come una monetina che si inabissa pian piano sul fondo di una fontana.

mi mancano. mi mancano tantissimo.

mi sento come un uccellino senza piume, ora, ed ho tanta paura...

il giorno prima del passaggio siamo andati in uscita con le biciclette...io sono partita da casa con la bici per raggiungere il punto di ritrovo, ma a mezzo percorso ho duvuto telefonare alla tania in lacrime perchè ero troppo fiacca perfino per pedalare...

a cena mi hanno costretta a mangiare una mela e un panino...mi sono arrabbiata...ma so che lo fanno per il mio bene...lo so che lo fanno per tenermi in piedi...

ecco, cavolo, piango solo a pensare a loro. a Sara. a Tania. ad Alessandro...

già, Alessandro. sono stata con lui e Sara per tutta la sera, abbiamo camminato insieme, ci siamo imboscati insieme per non giocare... ;) ad un certo punto lui mi deve confidare una cosa.

non so se e cosa speravo che mi dicesse...lui mi ha detto che gli piace Sara, e che la vuole invitare ad una festa sabato...

ho sorriso e ho fatto come se niente fosse.

ecco, Ale, ho rinunciato anche a te. d'ora in poi ti penserò solo come amico. anche tu sei parte di quella monetina che ora giace nel fondo, tremolante e quasi invisibile nel verde dell'acqua.

ciao Ale, ho detto mentalmente, guardandolo sdraiato nel sacco a pelo accanto al mio, mentre la mia bocca si apriva in un leggero sorriso. ciao anche a te, e grazie.


il giorno dopo, a colazione, un panino con la marmellata e un bicchierino di latte...550 calorie. e anche lì: "Alessia, mangia, per favore!".

almeno il pranzo, con una scusa, l'ho saltato andarmi a rintanare da qualche parte.


prima dei passaggi siamo andati tutti in chiesa per la messa con tutto il gruppo. è cominciata con una canzone, una di quelle canzoni che cantiamo sempre a scout...

mi si sono rotti gli argini e ho cominciato a piangere. Sara, seduta nel banco vicino a me, cercava di consolarmi, ma io non la smettevo.

dal fondo della chiesa Tania è venuta a sedersi vicino a me e mi ha preso la mano, sussurrandomi parole di incoraggiamento e di gioia. aveva una voce bellissima. io tenevo la sua mano e quella di Sara e non facevo che piangere.


il momento del passaggio è arrivato troppo in fretta.

giusto il tempo di un ultimo urlo di squadriglia, consegnare a Sara il guidone, guardare per l'ultima volta le mia ragazze (avranno un po' di nostalgia di me?non credo), ed è arrivato il momento della "cerimonia".

sono salita in piedi sulle spalle di giorgio(è alto 1 metro e 95!). Sotto di me i ragazzi del clan(il mio nuovo gruppo) hanno intrecciato le mani in un lungo corridoio.

Un attimo di esitazione, di paura, poi mi lancio nel vuoto.

Ecco, mi avete vista, sto volando. sto volando. Alessia vola.

un lungo attimo di volo.

e poi, tante mani che mi afferrano e mi fanno saltare in avanti, come se non pesassi nulla, come se fossi una piuma.

e io, cretina, quando sono caduta su di loro ho detto :-scusatemi-. ero imbarazzata per via del mio peso.

sono 46 chili, dopotutto.

ancora troppi.

mi hanno dato un po' troppo slancio e mi sono capovolta a testa in giù nell'arrivare, stavo per cadere di testa per terra, ma mi hanno afferrata 20 centimetri prima che la mia testa toccasse il suolo.

- non preoccuparti, ti teniamo noi -.

mi sono messa a ridere. era tutto troppo bello. mi sentivo amata.

alla fine le gambe mi tremavano. ero dall'altra parte, ora, nel gruppo dei "grandi". e mi sentivo terribilmente piccola.


al momento di andarmene a casa sono passata ad abbracciare e salutare tutti, poi mi sono avviata su per il prato con il mio zaino in spalla.

mi sono girata.

dietro di me c'era Tania, la monetina che ora giace non più in una fontana, ma sotto metri di acque di lago.

sembrava quasi che mi volesse dire qualcosa, dalla sua espressione.

io l'ho salutata con una mano e me ne sono andata via.

3 commenti:

MaiDisperare ha detto...

Sai che sono proprio belle le cose che scrivi.
Vorrei essere in grado anch'io di godere delle tante "cose" belle che ho.
Leggere le tue parole è strano, a volte mi fa sentire terribilmente vuoto e anche un pochino invidioso.
Altre volte invece mi fanno venire voglia di uscire dalla mia depressione cronica.

....Benvenuta nel modo dei "grandi"

Asha Sysley ha detto...

Ho letto molto, frugando curiosamente nella tua storia. Ho rivisto parte di me e mentre leggevo mi toccavo le ferite sul braccio. Non so ancora che cosa sono o chi sono. Sto solo cercando una forza per andare avanti. Tante me ne sono state tolte, tante le ho abbandonate.
Vorrei trovare il modo di camminare, senza dovermi sputare allo specchio disgustata.
Il vuoto che abbiamo dentro. Non riesco a colmarlo e non comprendo come si rigeneri ogni volta. Come se il mio corpo si cibasse di ciò e lasciasse il vuoto.
Vuoto nel nulla, vuoto di emozioni, voto di futuro.

Veggie ha detto...

Ogni fine è in realtà un nuovo inizio.
Per quanto ogni "strappo" possa essere doloroso e triste, non stare troppo a lungo a fissare la porta che si è chiusa alle tue spalle: potresti non vedere le tantissime porte che si sono spalancate di fronte a te...
Tutto quello che devi fare è continuare a camminare...